Bologna in Lettere – Anna Ruotolo

 

 

 

Bologna in Lettere

Anna Ruotolo, Gli indesiderati

(opera segnalata alla V edizione del Premio Bologna in Lettere, Sezione C)

 

 

In questa intensa poesia, Anna Ruotolo riesce a disegnare i contorni di una storia umana che si srotola per lunghi anni, racchiudendo il senso e la storia di una intera generazione. Alcuni indizi temporali ne definiscono i confini (da quattro anni, per ogni secondo insieme), altri indizi (sogno, amore mio, felicità) ci dicono il perseverare di una condizione (lavorativa, esistenziale) difficile (la domanda asprissima) ma resa più calda e sostenuta dalla forza della condivisione e dell’amore, e dalla certezza della speranza. In altri punti del testo il climax consiste nel parossismo del dolore che fa urlare (urlanti, bestie) e sottintende un inferno quotidiano inamovibile e incombente (un unico cerchio di fuoco). Il quadro che Anna Ruotolo dipinge è quello di una scena di vita quotidiana, la mattina che si apre “con pane, pianto e caffè nell’acqua”, in un presente di precarietà e mancanza di prospettive economiche certe, rese tangibili da “Queste maglie stinte e le mani freddissime”: un dolore che da contingente, legato a vicende esterne, sociali, diventa sempre più connesso al corpo e ne determina una condizione di insopportabile sofferenza (mi premeva nel duodeno).

Anche se la poesia in Italia ha da sempre prediletto la ricerca formale e il gioco dello stile più o meno oscuro, esiste tuttavia un filone di scrittura poetica che predilige la chiarezza e  su di essa sa innestare rimandi e citazioni dalla tradizione letteraria, creando una narratività né consolante né pacificata, che però sa catturare il lettore in una morsa empatica di condivisione.

Senza bisogno di oscurità, ma lontana al tempo stesso da ogni semplificazione, Ruotolo inserisce nella sua scrittura rimandi a temi cari alla tradizione religiosa popolare, come quelli della preghiera e dell’invettiva biblica, presenti sia in un poeta sommo dai registri alti come Dante, sia nei prosatori che hanno avuto a cuore la questione meridionale, come Carlo Levi. I Vangeli sono e rappresentano la cultura dei poveri, dei “diseredati”, come recita il titolo della poesia stessa, e ad essi Anna ci riporta inserendo nel testo termini come “una preghiera diversa”, “quella preghiera per i diseredati” , le “parole del salmo”, “ i poveri stolti del cuore” e intere citazioni come “la felicità non è né di questa terra né dell’altra”, e soprattutto il termine, che dà titolo al testo, quell’”indesiderati” , “diseredati” che si accorda con dolore al concetto di povertà e prevaricazione, ieri dei lavorati della terra, specie nel meridione, oggi dei migranti, che fuggono da condizioni di vita proibitive e mortifere per aspirare non a una vita eterna, ma a quella ricerca di felicità che appartiene a ciascuno di noi e per questo ce li rende vicini e fratelli. (Loredana Magazzeni)