Bologna in Lettere 2020 – International Poetry Review – Shane Manieri

 

Shane Manieri. Born to New Orleans, Louisiana to Sicilian immigrants, Shane Manieri, holds an MFA in Poetry from Columbia University, and a BA from the New School University. His honors include a Writing and Democracy fellowship, Word-for-Word translation fellowship with Scuola Holden in Torino; and a full-immersion linguistics fellowship from the University for Foreigners in Perugia, Italy.  Shane’s poems have appeared in Painted Bride Quarterly, Lambda Literary, and Vinyl Poetry and Prose Journal.  He has also translated poems by the 20th century Italian author/poet, Dario Bellezza.  You can follow him on Instagram @redshelley

 

 

Shane Manieri, nato a New Orleans, Lousiana, Stati Uniti ha una laurea in Poesia alla Columbia Univeristy ed un master presso la New School University. Tra i titoli in suo possesso ricordiamo una borsa di studio “Writing and Democracy”, “Traduzione Word-for-Word” alla Scuola Holden di Torino ed una residenza all’Univeristà per stranieri di Perugia. Suoi lavoro sono apparsi su Painted Bride Quarterly, Lambda Literary, e Vinyl Poetry and Prose Journal. Ha tradotto in inglese Dario Bellezza. Lo potete seguire su Instagram @redshelley

 

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IN MY FATHER’S PLACE

 

Climb up the tree! he said. His hard breath

behind me. The smell of wet wood

on the palms of my hands as I grab the rungs

 

to the top of the tree stand. Taking heed, learning

how to adjust to my father’s hunting game. Sit still, he said.

Silence, except for the doves. I try to make myself more

 

like him, mirror-hungry. Who shall say

I’m not? Shhhh! he whispered. And then

the majestic thing up out of the greenbrier,

 

red eyes, velvet antlers: a six-pointer spiked buck,

his tufted horns dappling in the early morning haze

as he slips through the woods like a cat in fog.

 

I mount my double-barrel 4-10 against the railing.

He doesn’t notice. I hold my breath. Crosshair

limbs exact. I pull the kill triggers.

 

The buck keels over and lets out a loud moan:

A deer scream. A noise I’ve never heard before.

That my father never heard before.

 

And he kicks and kicks the air.

 

 

AL POSTO DI MIO PADRE

 

Sali sull’albero! disse. il suo fiato pesante

sul collo. E l’odore di legno bagnato

sulle mani mentre afferro i pioli

 

fino alla cima dell’albero.  Facendo attenzione, imparando

a stare alle sue regole. Siediti, fermo, mi disse.

Il silenzio intorno, se non per le colombe. Cerco di diventare

 

più simile a lui, così desideroso di essere lui. Chi dirà

che non lo sono? Shhhh sussurrò. Era lì

maestoso subito fuori dal paese, occhi rossi,

 

corna vellutate: un cervo giovane di giovane palco,

le corna disordinate a macchiare la bruma del mattino

mentre sfugge tra gli alberi come un gatto nella nebbia.

 

Appoggio la mia doppietta 4-10 alla ringhiera.

Lui non se ne accorge. Trattengo il fiato. Punto 

preciso alla zampe. Premo il grilletto assassino.

 

L’animale si accascia con un profondo gemito:

il grido di un cervo. Un suono che non avevo mai udito.

Che mio padre non aveva mai udito.

 

Mentre lui scalcia.. e scalcia l’aria.

 

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LAKE PONTCHATRAIN

 

Two rusty-faced pelicans, flaxen wash

on crowns—eyes of fire—glide low,

 

rowing the surface of the lake,

as if pyschopomps circling, circling…

 

their enormous beaks, long as poles,

guide their amphibious bodies

 

over the brackish & wide water

as I rush along the stretch of bridge

 

we used to cross. Your ashes

in the backseat sealed in a rose

 

wood urn. The lake seems different: upside-down

grey sky; a silver hammered aluminum

 

sheet shaking, smudged

with orchid blue wounds.

 

And the clouds roll in, forming a shadow

of a child dragging a thick blanket. (I hugged your cold body.)

 

Then one pelican nose-dives,

shattering the surface of the lake:

 

An arrow fletching toward its own image

riven with cracks, then gone.

 

 

LAGO PONTCHATRAIN

 

Due pellicani un po’ arrugginiti,  una passata

cenerina sulle corone – occhi di fiamme – si librano

 

bassi accarezzando la superficie del lago

come Caronte girano intorno, e girano…

 

i loro enormi becchi, lunghi come pennoni

guidano i loro corpi anfibi

 

sulle acque vaste e salmastre

mentre io mi affretto lungo i ponti

 

che eravamo soliti attraversare. Le tue ceneri

nel sedile posteriore sigillate in un’’urna

 

di legno di rosa. Il lago sembra diverso: un cielo grigio

a testa in giù; un lenzuolo d’alluminio battuto

 

d’argento che trema, sporcato

appena di ferite blu orchidea

 

E le nuvole si accalcano, generando l’ombra di un

bambino che si porta dietro una coperta. (Ho abbracciato il tuo corpo freddo.)

 

Poi un pellicano mette il becco sott’acqua,

mandando in pezzi la superficie del lago:

 

Una freccia scoccata contro la propria immagine

spaccata in crepe, poi svanita.

 

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HART2HART

 

A blind musk deer sits alone in a withering garden,

padding around the azalea bush,

eating root-rot, marking his territory,

sizing up does, fucking them

one by one. This went on for fifteen years:

roaring, rutting, tearing at the bark

with his horns, until one day at the end

of the season they found my father

dead. My mother’s canines

glistening in his thick-headed skull—

Pink azalea blossoms caked to his lolling tongue.

As Roethke said, Will the heart eat the heart?

 

 

 

CERVOcontroCERVO

 

Un cervo cieco se ne sta solo in un giardino appassito,

girando intorno ad un cespuglio di azalea,

mangiando radici marce, marcando il territorio,

adocchiando cerbiatte, scopandosele una

dopo l’altra. Andò avanti così per quindici anni:

ruggendo, in calore, scorticando alberi

con le sue corna, fino a che un giorno verso la

fine della stagione trovarono mio padre

morto. I canini di mia madre

brillare in quella sua zucca vuota –

Fiori rosa d’azalea aggrappati alla lingua esposta.

Come disse  Roethke, Il cuore divorerà mai il cuore?

 

(Traduzioni di Alessandro Brusa)