Premio Bologna in Lettere 2020
Le note critiche agli autori segnalati della Sezione C (Poesie singole inedite)
Giancarlo Stoccoro, Come questa distanza
Di Giancarlo Stoccoro, poeta e psichiatra milanese di cui sono uscite, fra le altre, le raccolte Prove di arrendevolezza per Oèdipus (2019), e La dimora dello sguardo, per Fara editore (2018), ci ha abituati a una poesia come “strumento infallibile di vita, di cura, di relazioni e di conoscenza”, come scrive Lucia Papaleo, in occasione della vittoria dello stesso al premio narrapoetando. Una scrittura, la sua, la cui tonalità è la chiarezza dei chiaroscuri, il cui andamento è la conversazione privata, la misura dei gesti e delle parole che intercorrono fra chi scrive e un tu dialogante, schivo e selvaggio al tempo stesso, da attraversare per prove di avvicinamento progressive e distanti.
Come scrive il poeta, “la poesia ha una valenza rigenerativa, come l’ha il sogno, che non è mai fuga dalla realtà ma “inseguimento appassionato del reale”. Il suo intento non è mai programmatico, ma la sua valenza è conoscitiva, generativa di mondi e di realtà ancora non afferrate appieno.
Si avverte nei suoi testi la ricorrenza di temi come appunto il dialogo e la distanza, giusta misura per l’attraversamento conoscitivo dell’altro e di se stessi. Una distanza “che “non ha misura/ e fiorisce a ogni metro”, nei gesti brevi e nelle parole scambiate, in cui affidarsi al silenzio e a “un gesto d’ombra”, mentre le mani “scolpiscono l’aria”.
Quella di Stoccoro è una poesia fatta di soglie da cui attraversare e decodificare la realtà “dopo aver passato l’alba/da una stanza all’altra/fino a spuntare il bianco/dai comignoli inventare nuvole”
(Loredana Magazzeni)