Bologna in Lettere 2021
Il Festival online
INTERNATIONAL POETRY REVIEW
Irène Dubœuf
Irène Dubœuf è nata e vive a Saint-Etienne. È autrice delle raccolte poetiche Le pas de l’ombre, Encres vives 2008, La trace silencieuse, Voix d’encre 2010 (premi Marie Noël, Georges Riguet e Amélie Murat), Triptyque de l’aube, Voix d’encre 2013 (Gran premio di poesia della città di Béziers), Roma, Encres vives 2015, Cendre lissée de vent, Unicité 2017 (finalista del Prix des Trouvères), Bords de Loire, libro di artista collezione Daniel Leuwers 2019, Effacement des seuils, Unicité 2019, Volcan, libro “povero” collezione Daniel Leuwers 2019, Un rivage qui embrase le jour, Éditions du cygne 2021. È presente in riviste e antologie, e s’impegna da sempre nella promozione della scrittura e dei legami che questa intrattiene con le altre forme d’arte, associando alle sue pubblicazioni pittori e compositori. Ha animato per diversi anni un laboratorio di scrittura e ha tenuto conferenze sulla poesia all’Università Jean Monnet. Critica letteraria e traduttrice di autori italiani (tra cui Paolo Febbraro, Elio Pecora, Margherita Rimi) o di lingua italiana come il poeta rumeno Daniel D. Marin, lavora attualmente all’insieme delle opere di Amedeo Anelli e di Luigi Carotenuto e collabora con riviste sia francesi sia italiane (Recours au poème, Terre de femmes, Terre à ciel, Corso Italia 7, L’Estroverso). Nel 2020 ha pubblicato le traduzioni di due libri di Amedeo Anelli: Neige pensée, Ticinum 2020 e L’Alphabet du monde, Le Cygne éditeur (Parigi). Diversi suoi testi sono apparsi nella traduzione di Elio Pecora sulla rivista Poeti e poesia (aprile 2021).
(Da Un rivage qui embrase le jour, Éditions du cygne 2021)
Traduzioni di Francesca Del Moro
Fendre le noir
Ce soir le vent est fou.
la nuit rugit.
Dans l’infernale bacchanale
des arbres gesticulent
sous leurs voilages blancs,
spectres précipités sur Terre
par la furie des dieux
absents.
Dans les mots je cherche refuge.
Des pensées marchent sur le ciel
et volent sur la Terre.
Tout frémit et vacille
dans le fossé béant
qui s’ouvre sous mes pas.
En appui sur le vide
je guette la brèche
d’où pourrait surgir
la magique étincelle.
Dehors, la pluie
la mort
et le souvenir des fleurs.
Les bras chargés de roses d’encre
de bouts d’histoires qui mendient la lumière
j’écris : Attendre que les mots
entrouvrent l’horizon .
Écrire
jusqu’à l’extrémité du langage
approcher le Réel
fendre le noir.
Tu envies soudain le vol de l’oiseau.
*
Fendere il buio
Stasera il vento è folle,
ruggisce la notte.
Nell’infernale baccanale
gli alberi gesticolano
sotto i loro veli bianchi,
spettri scagliati sulla Terra
dal furore di dei
assenti.
Cerco rifugio tra le parole.
I pensieri camminano sul cielo
e volano sulla Terra.
Tutto freme e vacilla
nel fossato che si allarga,
si apre sotto i miei passi.
Appoggiata al vuoto
aspetto la breccia
che lasci scaturire
la magica scintilla.
Fuori, la pioggia
la morte
e il ricordo dei fiori.
Le braccia colme di rose d’inchiostro,
pezzi di storie che mendicano luce
scrivo: Attendere che le parole
socchiudano l’orizzonte.
Scrivere
fino all’estremo del linguaggio
avvicinarsi al Reale
fendere il buio.
Invidi all’improvviso il volo dell’uccello.
*
HIVERNALES
Reflets
Sous l’édredon se glissent
les lueurs de la ville
les branches du vieux saule
pleurent sur l’oreiller
dans la vitre
la nuit a des yeux
de cristal noir.
Silence
Des mots en dispersion
errent sur la page,
se dérobent, s’absentent,
laissant autour d’eux
de grands vides.
Le poète préfère parfois le silence
de peur que les mots ne brûlent le papier.
L’Ange
Clarté nuageuse et rideaux blancs
cousus d’absence.
On aurait pu ne pas le voir.
La pièce était vide.
Sur la cheminée
un ange méditait,
la tête entre les mains.
Les lèvres qui buvaient à la coupe divine
avaient-elles gardé la mémoire des roses ?
*
INVERNALI
Riflessi
Sotto il piumino scivolano
le luci della città
i rami del vecchio salice
piangono sul cuscino
sul vetro
la notte ha occhi
di cristallo nero.
Silenzio
Parole sparpagliate
vagano sulla pagina,
si nascondono, spariscono,
lasciando grandi vuoti
intorno a sé.
A volte il poeta preferisce il silenzio,
per paura che le parole brucino la carta.
L’Angelo
Luce nuvolosa e tende bianche
cucite d’assenza.
Potevamo non vederlo.
La stanza era vuota.
Sopra il camino,
un angelo meditava,
la testa tra le mani.
Le labbra che bevevano dalla coppa divina
avevano serbato la memoria delle rose?
*
IMPROMPTUS
III
J’ai entendu ta voix
radieuse sur le quai.
Un train est arrivé
il a emporté le soleil.
IX
Aujourd’hui le pré est bleu
les heures égales et lentes.
Seule me parvient ta voix
comme un fruit d’été
tombé parmi les chants d’oiseaux.
XVIII
Une distance nous sépare
à moins que ce ne soit le temps.
Je voudrais emprunter le visage du vent.
Quand s’allume la première étoile
j’aime penser que toi aussi
tu la regardes
et que nous nous croisons dans sa lumière.
*
IMPROVVISI
III
Ho sentito la tua voce
radiosa sul binario.
Un treno è arrivato,
ha portato via il sole.
IX
Oggi il prato è azzurro,
le ore uguali e lente.
Mi arriva solo la tua voce
come un frutto d’estate
caduto tra canti d’uccelli.
XVIII
Ci separa una distanza,
a meno che non sia il tempo.
Vorrei prendere in prestito il viso del vento.
Quando si accende la prima stella
amo pensare che anche tu
la stia guardando,
che ci incontriamo nella sua luce.