Bologna in Lettere 10th – Amedeo Anelli / Irène Dubœuf

Bologna in Lettere 10th

BĂBÉL stati di alterazione

 

 

Azione 7

DOUBLE BIND (lingue a confronto)

a cura di Francesca Del Moro

 

Amedeo Anelli / Irène Dubœuf

 Première video Giovedì 28 ottobre ore 22.00

sul canale youtube del Festival

 

 

 

Amedeo Anelli si occupa di poesia, filosofia, critica letteraria e d’arte e ha all’attivo numerose pubblicazioni. Fra le ultime raccolte poetiche Neve pensata (Mursia, 2017) e Quartetti (Libreria Ticinum, 2020, con illustrazioni di Guido Conti). I suoi versi sono tradotti in numerose lingue. Si ricordano le recenti edizioni in francese delle sue poesie nella versione di Irène Duboeuf: Neige pensée (Libreria Ticinum, 2020) e L’Alphabet du monde pubblicato dalle parigine Editions du Cygne (2020). In Romania è stato tradotto da Eliza Macadan: Simfonietă (Bucarest, Eikon, 2017) e Polifonii, (Bucarest, Eikon, 2019), e da Doina Contrea Derer per la prestigiosa rivista degli Scrittori Rumeni România Literală (luglio 2020). Ha tradotto numerosi poeti russi: del 2020 la raccolta di poesie di Nikolaj Gumilëv, Nel giorno in cui il mondo fu creato (Avagliano). Nel 2016 è stato inserito in Poesia d’oggi. Un’antologia italiana a cura di Paolo Febbraro (Elliot) e Antologia di poeti contemporanei. Tradizioni e innovazioni in Italia (Mursia) a cura di Daniela Marcheschi. Ha fondato e dirige la rivista internazionale di poesia e filosofia Kamen’. è membro di diverse istituzioni nazionali e internazionali. È appena uscita a sua cura l’edizione delle Poesie (1932-1991) di Roberto Rebora (Mimesis, 2021). Prossime le edizioni delle poesie di Nikolaj Zabolotskij e Arsenij Tarkovskij. Fra gli Atti di numerosi convegni, appena edito quello di Letteratura e Giornalismo (III) a cura di Daniela Marcheschi, Marsilio, 2020. Al Conservatorio Superiore di Parigi a maggio 2021 è stata eseguita la composizione per soprano e quattro strumenti (2021) di Alexandre Jamar Neve sognata su testi tratti da Neve pensata. Nel 2014 gli è stato conferito il Premio Barbarossa per la cultura.

 

Foto di Ambrogio Visigalli

 

Irène Dubœuf è nata e vive a Saint-Etienne, dove è stata insegnante e poi responsabile della comunicazione nell’Istruzione superiore. Pubblica i suoi primi testi nell’ambito della sua professione e collabora alla rivista Dialogue, del Gruppo Francese di Educazione Nuova, prima di rivolgersi alla poesia e alla narrativa. È autrice delle raccolte Le pas de l’ombre, Encres vives 2008, La trace silencieuse, Voix d’encre 2010 (premi Marie Noël,  Georges Riguet e Amélie Murat), Triptyque de l’aube, Voix d’encre 2013 (Gran premio di poesia della città di Béziers), Roma, Encres vives 2015, Cendre lissée de vent, Unicité 2017 (finalista del Prix des Trouvères), Bords de Loire, libro di artista collezione Daniel Leuwers 2019, Effacement des seuils, Unicité 2019, Volcan, libro ‘povero’ collezione Daniel Leuwers 2019, Un rivage qui embrase le jour, Éditions du cygne 2021. È presente in riviste e antologie, e s’impegna da sempre nella promozione della scrittura e dei legami che questa intrattiene con le altre forme d’arte, associando alle sue pubblicazioni pittori e compositori. Ha animato per diversi anni un laboratorio di scrittura e ha tenuto conferenze sulla poesia all’Università Jean Monnet. Critica letteraria e traduttrice di autori di lingua italiana (tra cui Amedeo Anelli, Luigi Carotenuto, Paolo Febbraro, Elio Pecora, Margherita Rimi, Daniel D. Marin), collabora con riviste sia francesi sia italiane (Recours au poème, Terre de femmes, Terre à ciel, Corso Italia 7, L’Estroverso). Nel 2020 ha pubblicato le traduzioni di due libri di Amedeo Anelli: Neige pensée, Ticinum 2020 e L’Alphabet du monde, Le Cygne éditeur (Parigi) e, nel 2021, Krankenhaus suivi de Carnet hollandais et autres inédits, di Luigi Carotenuto, ugualmente presso la casa editrice Le Cygne. Lo scrittore e poeta Elio Pecora ha tradotto diversi suoi testi poi pubblicati sulla sua rivista Poeti e poesia (aprile 2021). Emilio Martin Paz Panama l’ha tradotta e pubblicata sulla rivista peruviana Kametsa. Altre traduzioni sono in corso in Tunisia e nel Salvador. La voce della poetessa può essere ascoltata sul sito Poetry Sound Library di Giovanna Iorio (Mappa mondiale della voce dei poeti). Sito dell’autrice: http://irene-duboeuf.jimdofree.com

 

 

 

Amedeo Anelli est le premier poète que j’ai traduit (et continue de traduire). Il est aussi philosophe, critique d’art, fondateur et directeur de la revue Kamen’ qui fête cette année ses trente ans d’existence et est diffusée dans 70 pays sur tous les continents. La poésie d’Amedeo est profondément influencée par la musique qu’il écoute. Il en parle en effet en ces termes : « Ma poésie est polyphonique, c’est une poésie de la pensée, qui pour ne pas devenir de la philosophie en vers, a dû se forger des outils, j’espère adaptés, en respectant les règles relatives tant à la musique qu’à la poésie. » Cette polyphonie n’a pas échappé aux oreilles du musicien Alexandre Jamar qui, dans le cadre du conservatoire supérieur de Musique de Paris a, il y a quelques mois, a réalisé Neve sognata, une composition pour soprano et 4 instruments à partir de 3 poèmes extraits de Neve pensata d’Amedeo Anelli, poèmes qu’il avait découvert à travers ma traduction de  Neige pensée parue aux éditions Ticinum à Voghera en mars 2020. La deuxième ouvrage d’Amedeo Anelli que j’ai traduit en français est L’Alfabeto del mondo, paru trois mois après l’édition déjà citée,  aux éditions du Cygne à Paris, sous le titre L’Alphabet du monde. Traduire la poésie d’Amedeo Anelli ne va pas de soi parce qu’on a affaire à une poésie multiforme, comme je l’écrivais il y a un an dans un article paru dans la revue Corso Italia 7 : « Ses poèmes bruissent de mille sons, la phonie des mots résonne autour de vous dans de multiples variations, créant une polyphonie qui vous emporte dans les fugues de Bach, le plain-chant de Monteverdi, le contre-chant de Josquin Desprez. Les traduire revient à vous immerger dans les œuvres auxquelles le poète fait allusion, pour pénétrer dans son environnement musical, entendre les mêmes sons afin d’être au plus près de son expression poétique. Alors j’ai écouté, écouté, écouté encore jusqu’à ce que les notes fassent éclore le poème, que les vers s’entrouvrent et laissent filtrer la lumière des mots. À l’image des sédiments du fleuve qui irrigue sa région, les images et les thèmes se superposent, le passé et le présent se côtoient, s’enchevêtrent, jalonnés de symboles qui vous emportent dans l’ombre secrète d’arcanes alchimiques ». Anelli élabore ses textes avec rigueur et une précision extrême. C’est ainsi qu’au-delà de la composition qu’on pourrait dire « musicale » apparait, d’un poème à l’autre, d’un recueil à l’autre, toute une architecture, des formes qui ne sont rien d’autre que le reflet des idées philosophiques de l’auteur. (Irène Dubœuf)

 

Amedeo Anelli è il primo poeta che ho tradotto (e continuo a tradurre).  È anche filosofo e critico d’arte, nonché fondatore e direttore della rivista Kamen’ che compie trent’anni  quest’anno ed è distribuita in 70 Paesi in tutti i continenti. La poesia di Amedeo è profondamente influenzata dalla musica che ascolta. Ne parla infatti in questi termini: «La mia è una poesia polifonica e di pensiero, che per non divenire una filosofia in versi si è dovuta forgiare gli strumenti, spero adeguati, rispettando le leggi di campo fra musica e poesia.» Questa polifonia è stata subito notata dal musicista Alexandre Jamar che, qualche mese fa, nell’ambito del Conservatorio Superiore di Musica di Parigi, ha realizzato Neve sognata, una composizione per soprano e quattro strumenti a partire da tre poesie tratte da Neve pensata di Amedeo Anelli, che aveva scoperto attraverso la mia traduzione uscita con il titolo Neige pensée per i tipi dell’editore Ticinum di Voghera nel marzo del 2020. L’altra opera di Amedeo Anelli che ho tradotto, oltre alla raccolta appena citata, è L’Alfabeto del mondo, pubblicata a tre mesi di distanza dalla prima dalle éditions du Cygne di Parigi con il titolo L’Alphabet du monde. Tradurre Amedeo Anelli è un’operazione tutt’altro che banale perché la sua è una poesia multiforme, come scrivevo un anno fa in un articolo apparso sulla rivista Corso Italia 7: “Le sue poesie vibrano di mille suoni, la fonia delle parole risuona intorno a voi in molteplici variazioni, creando una polifonia che vi trasporta nelle fughe di Bach, nel canto piano di Monteverdi, nel controcanto di Josquin Desprez. Tradurle significa immergervi nelle opere cui il poeta fa riferimento, per penetrare nel suo ambiente musicale, ascoltare gli stessi suoni così da arrivare il più vicino possibile alla sua espressione poetica. Ed è per questa ragione che ho ascoltato, ascoltato, ascoltato fino a veder sbocciare la poesia dalle note, i versi aprirsi per lasciar filtrare la luce delle parole. Come i sedimenti del fiume che irriga il suo paese, le immagini e i temi si sovrappongono, il passato e il presente si accostano, si intrecciano, costellati da simboli che vi portano nell’ombra segreta di arcani alchemici.” Anelli elabora i suoi testi con rigore e una precisione estrema. Così, al di là della composizione che si potrebbe definire ‘musicale’, da una poesia all’altra, da una raccolta all’altra, si viene a delineare un’intera architettura, si creano forme che altro non sono che il riflesso delle idee filosofiche dell’autore. (Irène Dubœuf)