Bologna in Lettere 10th – GENEALOGIE – LE LINGUE MATRÍE – Maria Lenti

Bologna in Lettere 10th

Azione 9

International review of poetry & video art

a cura di Maria Korporal, Eugenia Dobrova, Ani Bradea

Francesca Del Moro, Anna Maria Curci, Enzo Campi

 

 

 

GENEALOGIE – LE LINGUE MATRÍE

 

 

Maria Lenti 

 

Maria Lenti, poeta, narratrice, saggista, giornalista-pubblicista, è nata e vive a Urbino. Docente fino al 1994, anno in cui è stata eletta (e rieletta nel 1996 FINO AL 2001) con Rifondazione Comunista alla Camera dei Deputati. Studiosa di letteratura ed arte, è in antologie poetiche, narrative, critiche, su quotidiani e riviste. Tra i suoi libri: Versi alfabetici, 2004 (poesie), Cambio di luci, 2009 (finalista al premio di poesia “Pascoli”), Giardini d’aria, 2011 (racconti), Effetto giorno, 2012 (scritti critici), Cartografie neodialettali, 2014 (sui poeti neodialettali di Romagna e d’altri luoghi), Ai piedi del faro, 2016 (poesie), Certe piccole lune, 2017 (racconti: premio Fara “narrabilando”),  Elena, Ecuba e le altre, 2019 (3° premio al PontedilegnoPoesia, 2019), Arcorass Rincuorarsi, 2020 (poesie), gli studi Amore del Cinema e della Resistenza, 2009, In vino levitas. Poeti latini e vino, 2014. Nel 2006 ha vinto lo “Zirè d’oro” (L’Aquila).

 

 

Bugia

Per cas artrov un fascicol ciclostilat

(Antologia di poeti strani degli anni Sessanta)

do’ c’era el mi ragass sa la su’ prima poesia

sa ’na dedica per me e ’na firma

ch’ pareva volè in alt fòra dla paggina

diceva ch’el su’ amor per me sarebbe stato

eterno

azzurro come il cielo.

 

Cla bugia m’ha fatt amè da sùbit la poesia.

*

Bugia

Per caso ritrovo un fascicolo ciclostilato

(Antologia di poeti strani degli Anni Sessanta)

dove c’era anche il mio ragazzo con la sua prima poesia

 con una dedica per me e una firma

che pareva volare in alto fuori dalla pagina

diceva che il suo amore per me sarebbe stato

eterno

azzurro come il cielo.

 

Quella bugia mi ha fatto amare da subito la poesia.

*

L’orologio

 

c’ho ’na peccia d’orlog

le or van per cont lor

i giorne sèmbren fulmin

la sera corre alla sua fine

scivola l’alba verso il tramonto

el prim dl’an è già San Silvestre

mesgiorne e mesanott passne ch’ en m’acorgh

gira e gira e non si ferma

basta ch’ j do la carrica la matina

sa i du’ dit dla destra ma la rotlina 

 

m’l’han mess mal pols apena nata

(ho fatt anca un stols

perché tichettava fort a le due de nott)

l’avéven vint m’han dett

tla fiera sa tre lirett

t’una scattola dle scarp

 

vòi comprè un orlogin d’or

un Omega un Christian Dior

un gioiellino firmato

(da donna, con gonna che s’addica)

esatto al millesimo di secondo

il sole brillerà così la luna

non ne sbaglierò una

*

L’orologio

 Ho un orologio mal funzionante

le ore vanno per conto loro

i giorni sembrano fulmini

la sera corre alla sua fine

scivola l’alba verso il tramonto

il primo dell’anno è già San Silvestro

mezzogiorno e mezzanotte passano senza che me ne accorga

gira e gira e non si ferma

basta che dia la carica la mattina

con due dita della destra alla rotellina

 

me l’hanno messo al polso appena nata

(ho anche sobbalzato

perché ticchettava forte alle due di notte)

 l’avevano vinto – mi hanno detto –

 al mercato con tre lirette

in una scatola delle scarpe

 

voglio comprare un orologetto d’oro

un Omega un Christian Dior

un gioiellino firmato

(da donna, con gonna che s’addica)

esatto al millesimo di secondo

il sole brillerà così la luna

non ne sbaglierò una.