Bologna in Lettere 10th
Azione 9
International review of poetry & video art
a cura di Maria Korporal, Eugenia Dobrova, Ani Bradea
Francesca Del Moro, Anna Maria Curci, Enzo Campi
International poetry review
Sergey Durasov
Sergey Durasov, poeta, prosatore e traduttore russo, è nato nel 1963 a Krasnojarsk, una delle più grandi città della Siberia. È cresciuto nella Russia Centrale dove si è trasferita la famiglia, a Puschino, una piccola città situata sulle rive del fiume Oka. Dopo una laurea in storia presso l’Università di Mosca nel 1986, è stato chiamato sotto le armi. Ha insegnato la lingua slava antica. È sposato, ha tre piccoli bimbi. Da più di dieci anni si occupa di traduzioni letterarie dall’italiano (Petrarca, Jacopo Sannazaro, Giambattista Basile, Baldassarre Castiglione, Dino Campana, Giuseppe Ungaretti, Clemente Rebora, Vittorio Sereni, Piero Jahier, Antonia Pozzi, Franco Arminio, gli autori moderni della Svizzera Italiana, ecc.), dal latino (Giovanni Pontano, Sannazaro ecc.), dal francese (Simone Weil, Philippe Jaccottet, François Fédier), dal greco (Kostas Kariotakis, Maria Poliduri) sotto lo pseudonimo Piotr Epifanov. Ha effettuato le traduzioni dell’innografia bizantina (SS. Romano Melode, Andrea di Creta, Cosma di Maiuma e Giovanni di Damasco) dalla lingua greca antica; le traduzioni delle opere dell’attivista politica, filosofa e mistica francese Simone Weil dal francese; la prima traduzione in russo della raccolta lirica Parole di Antonia Pozzi (pubblicata nel 2013); la prima traduzione in russo dei Canti Orfici di Dino Campana (2019); la traduzione in russo di una raccolta delle poesie di Corrado Calabrò (2012); le traduzioni di alcune liriche di Giuseppe Ungaretti, Piero Jahier, Clemente Rebora ed altri poeti del primo Novecento, pubblicate in diverse riviste letterarie russe (2011–2017); la prima traduzione in russo del Cunto de li cunti di Giambattista Basile (pubblicata nel 2015, ha suscitato un grande interesse ed è stata presentata in svariate trasmissioni radio e televisive); la prima traduzione in russo dell’Arcadia di Jacopo Sannazzaro (2017); la prima traduzione russa del famoso Cortegiano di Baldassarre Castiglione (2021). È stato un editore dell’almanacco storico culturale Krylia Golubinye (Ale di Colomba; 2005-2008) e il proprietario del sito web <simoneweil.ru> dedicato al pensiero di Simone Weil. Ha pubblicato due libri di racconti (2006, 2007, sempre sotto lo pseudonimo), sei raccolte di liriche e parecchie opere di vario genere nelle riviste letterarie russe più autorevoli (Zvezda, Znamia, Inostrannaja Literatura ecc.).
***
СНЕЖОК
Не дышать – лишь воздух вбирать глотками.
Снег садится на брови нам.
Гладь волны, омывая подводный камень,
чуть топорщится сквозь туман.
Да курлыканье дальней незнамой птицы,
да сквозь кружево – желтизна
вялой пижмы, – а снег всё в глазах струится
и уже почти не видна
ширь реки, и луга смутна граница
по уплывшему вдаль бугру…
Желтых мячиков лёт – и на ветвь синица,
как пушистый звонкий цветок, садится,
опрокидывая игру.
*
IN UN MOMENTO
Non respirare, soltanto
sorbire l’aria a poco a poco…
La neve mi scende sul sopracciglio.
Il tessuto di onde che avvolge il sasso
si raggrinza appena attraverso la nebbia.
E il grido di un volatile lontano, ignoto,
e dietro ai merletti il giallo appassito
di capolini di tanaceto, – mentre la neve
scorre sempre nei miei occhi
e già non si vede
né la distesa del fiume,
né la frontiera del prato
per quella pianura allontanata…
Ma guarda:
il volare rapido delle gialle palette –
e la cincia si posa
sul cespuglio,
un fiorellino giallo piumoso,
e in un momento
si rovescia il gioco del giorno.
*
СОНАТА ВОСХОДА
Розовое, голубое – и вновь
розовое, и золотое.
Блещет лесов железистая руда.
Шорохи – всплеск! – шорохи; – дон-н-н! – над водою.
Медленный ход в берегах. Нарастание льда:
льдинка – на льдину,
так мелко, так колко, так ломко!
Искрами брызжет в березах круглая печь.
Желтой синицы сбивчиво-звонкая речь
гул колокольни перепевает негромко.
*
GHIACCIO E SOLE
Il rosa, l’azzurro – e ancora il rosa e l’oro.
Accesa la pirite ferrosa dei boschi.
Un fruscio – sciabordio – ancora un fruscio –
dinnn! donnn! sopra la riva.
Il passo lento nell’alveo.
La crescita intensiva del ghiaccio:
a pezzetti, a pezzi, a colpi, a scosse, a lastre, a masse!
Il cammino tondo del sole
lancia faville in mezzo alle betulle.
Discorsi sconnessi di cincia, parole sonore
alternano il rombo cadenzato del campanile.