Bologna in Lettere 10th
BĂBÉL
stati di alterazione
Rassegna di Poesia sudamericana contemporanea
Marisol Bohórquez Godoy
Traduzione Gianni Darconza
Marisol Bohórquez Godoy (Colombia, 1982). Poetessa, pittrice e traduttrice letteraria, è laureata in ingegneria. Ha conseguito un master in Letteratura spagnola e ispanoamericana preso l’università di Barcellona. Ha pubblicato le raccolte di poesie: La soledad de los espejos (Común presencia, 2016), Effetto farfalla-Efecto mariposa (Rafaelli editore, 2017), La forma del vacío-La forma del vuoto (LietoColle, 2019) e con il poeta italiano Gianni Darconza, presso la casa editrice Higueras Editores, la raccolta bilingue Antipartículas – Antiparticelle (2019)). Ha tradotto poesie di diversi autori italiani contemporanei, tra cui la raccolta di poesie Elogio dell’indeterminazione (2018) di Gianni Darconza e la antologia Cuaderno de traducción: veinte voces de la poesia italiana contemporánea (1949-2001) pubblicata a Bogotá (Anverso, 2021). Vincitrice del premio Fiori di Luce nella categoria di poesia straniera (2020) e finalista a pari meriti del Premio Internazionale di Narrativa e Poesia Europa In Versi (2020), nella categoria di poesia edita, con la sua raccolta La forma del vacío-La forma del vuoto. Ha fondato e dirige la rivista de letteratura e arte Vuela Palabra (www.vuelapalabra.com), progetto dedicato, principalmente, alla diffusione del linguaggio poetico. Vive negli Stati Uniti e collabora con riviste italiane e latinoamericane di poesia, diffondendo le opere di scrittori contemporanei.
EL POEMA QUE NO QUISO SER ESCRITO
Fui testigo de la guerra antes de mi nacimiento
Yo era un trozo de carne que intentaba latir
en un vientre acechado por la angustia
Resistimos el hambre de los violentos
La lluvia borró el silencio que dejaron las balas
Lavamos nuestras pesadillas en los ríos teñidos de sangre
y mordimos la oscuridad hecha ceniza
para enfrentar el miedo a un nuevo amanecer
con la muerte esperando
Vimos madres llorar a sus hijos
y esposas que eclipsaron el día con el luto en sus ropas
Nos aferramos cada noche a la protección de unos dioses
que aún no muestran su rostro
y ocultamos los sueños bajo el dintel de la puerta
Nuestra herradura de la buena suerte
fue la bendecida víctima de una bala perdida
para que yo pudiera creer en los augurios
Yo vi la guerra antes de mi nacimiento
conocí el llanto de mi madre
y el estrépito en el corazón de mi padre
antes que los cantos de cuna
Vi el naranjo agrio llorar sus naranjas podridas
y servir de refugio a quienes bajo sus ramas
intentaron borrar el infierno de la memoria
Y me preguntan a mí ¿por qué no escribo poemas acerca de la guerra?
A mí, que aún sigo intentando callar el eco de sus voces durante mis sueños
LA POESÍA CHE NON VOLLE ESSERE SCRITTA
Fui testimone della guerra ancor prima di nascere
Io ero un pezzo di carne che cercava di battere
nel tuo ventre minacciato dall’angoscia
Resistemmo alla fame dei violenti
La pioggia cancellò il silenzio che lasciarono i proiettili
Lavammo i nostri incubi nei fiumi tinti di sangue
e mordemmo l’oscurità divenuta cenere
per affrontare la paura di una nuova alba
con la morte in attesa
Vedemmo madri piangere i propri figli
e mogli che eclissarono il giorno con il lutto nelle vesti
Ci afferrammo ogni notte alla protezione di divinità
che ancora non mostrano il proprio volto
e occultammo i sogni sotto il coprifilo della porta
Il ferro di cavallo della nostra buona sorte
fu la vittima benedetta di un proiettile vagante
affinché io potessi credere nei presagi
Io vidi la guerra ancor prima di nascere
conobbi il pianto di mia madre
e il fragore nel cuore di mio padre
prima dei canti nella culla
Vidi un arancio aspro piangere le sue arance marce
e fungere da rifugio a chi sotto i suoi rami
cercò di cancellare l’inferno dalla memoria
E mi chiedete perché non scrivo poesie sulla guerra?
A me, che ancora cerco di far tacere l’eco delle loro voci nei miei sogni
TIEMPO DE SILENCIO
Temo despertar la luz
el lomo ennegrecido
de la noche, la ausencia
en mis pupilas
la luna profunda en el vacío
del armario, la deformación
de las sombras
el juicio postergado
y el susurro de tus labios a mi oído
Temo el despertar de tus ojos
bajo un cielo distinto
ajeno a todas las catástrofes
TEMPO DI SILENZIO
Temo di svegliare la luce
il fianco annerito
della notte, l‘assenza
nelle mie pupille
la luna profonda nel vuoto
dell‘armadio, la deformazione
delle ombre
il giudizio ritardato
e il sussurro delle tue labbra nelle mie orecchie
Temo il risveglio dei tuoi occhi
sotto un cielo diverso
estraneo a tutte le catastrofi
DEVOCIÓN
Creo en la robusta soledad
de tus hombros
el rayo que los atraviesa
en la tormenta
la valentía de tus piernas
de frente al camino negado
Puedo dormir en las tinieblas
azules de tus ojos
mientras tu voz
me señala confines
y sobre ellos mi horizonte
expande su luz
DEVOZIONE
Credo nella robusta solitudine
delle tue spalle
il raggio che li attraversa
nelle tempesta
il coraggio delle tue gambe
davanti al cammino negato
Posso dormire nelle tenebre
azzurre dei tuoi occhi
mentre la tua voce
mi segnala confini
e su di loro il mio orizzonte
espande la sua luce