Bologna in Lettere 10th
BĂBÉL
stati di alterazione
DOUBLE BIND
Germain Droogenbroodt / Luca Benassi
Viaggio di luce e buio, la poesia di Germain Droogenbroodt
Germain Droogenbrodt è nato in Belgio nel 1944, ma dal 1987 vive in Spagna, in un paese sulle coste mediterranee della Catalogna. La sua lingua madre è il fiammingo, ma essendo belga il francese e il tedesco fanno parte del suo bagaglio linguistico originario, al quale si aggiunge lo spagnolo, l’inglese e un poco l’italiano. È traduttore di oltre trenta libri di poeti tedeschi, francesi e spagnoli del Novecento, e ha curato diverse antologie di poesia contemporanea dei paesi dell’estremo oriente: dalla Cina e dalla Corea in particolare. La sua poesia è stata tradotta e pubblicata in 28 paesi. È organizzatore di festival di poesia internazionale in Romania, Giappone e Spagna, ed è chiamato a leggere e tenere conferenze nei quattro continenti, in particolare nell’estremo oriente che ha visitato diverse volte, soggiornandovi per lunghi periodi. L’annotazione non è di poco conto: il poeta traduce i propri testi, scrive e lavora in un ambiente internazionale nel quale i codici linguistici si mischiano e si appoggiano gli uni agli altri per creare ponti fra culture diverse, che come si vedrà è la cifra che attraversa l’opera di questo autore.
Il poeta arriva nel bel paese nel 2001 pubblicando Conosci il tuo Paese? Meditazioni sul lago di Como (Archivi del ‘900, tradotto da Donatella Bisutti e recentemente ripubblicato da POINT nel 2014) e Sorge il Cantore (i quaderni della valle, traduzione di Emilio Coco). Pubblica poi Il Cammino (i quaderni della valle, 2002, traduzione di Luca Benassi), Controluce (puntoacapo, 2004, traduzione di Tiziana Orrù) e insieme in un’unica edizione Nella corrente del tempo e L’effimero fiore del tempo (Raffaelli 2017, traduzione di Emilio Coco).
Il Cammino, Controluce e Nella corrente del tempo formano un trittico che la critica più attenta ha considerato come un’unica opera. Si tratta in effetti di un lungo viaggio che parte dall’India, dove è stato composto Il Cammino durante un soggiorno del poeta ospite del pittore indù Satish Gupta, prosegue sulle coste del mediterraneo, dove fu scritto come un diario Controluce, per ritornare ai piedi dell’Himalaya dove hanno preso forma le meditazioni di Nella corrente del tempo.
Droogenbrodt costruisce una cattedrale nel tempo che vuole tendere un ponte ideale e immateriale tra Oriente e Occidente, tra due mondi sentiti dal poeta come vicini e complementari nello sviluppo del cammino umano. I suoi versi tessono quindi fili tra tradizioni e culture diverse, mirando sempre al nocciolo, all’essenza dei misteri e delle filosofie, creando una rete fitta di domande e risposte orientate verso la scoperta della luce, quel luogo di illuminazione, comune a ogni cultura del passato e del presente, dove è possibile scoprire un bagliore di verità, in perpetua contrapposizione al buio, alla oscurità della notte, all’ignoranza, alle barbarie, allo sfruttamento, alla guerra.
Questa alternanza continua di luce e buio costituisce la matrice di riferimento del percorso di Germain Drooogenbrodt, un’alternanza che pone il lettore di fronte a coppie di elementi primi: terra/cielo, giorno/notte, alba/tramonto, e che lo stesso poeta ha definito come la matrice taoista della sua poesia, tanto da poter classificare i testi alternativamente come yin e come yang. La luce e il buio nel quale siamo avvolti è il cammino verso una coscienza del proprio esistere nel mondo che appare in controluce all’essere umano in viaggio attraverso le vicende del vivere quotidiano. In questi versi l’io annega, si smaterializza nella luce della consapevolezza; il poeta nasconde sé stesso rendendosi partecipe di un quadro più grande, una prospettiva dalla dimensione planetaria.
Germain Droogenbroodt mira a raggruppare esperienza spirituali proprie di filosofie e spiritualità orientali e occidentali come possibili fondamenti di un neo umanesimo, attraverso un linguaggio e immagini il più possibile nette, limate fino ad una semplicità semantica essenziale, espressione di sensazioni e palpiti facilmente trasportabili in contesti culturali e linguistici diversi.
È questa una poesia che affonda le sue radici nella cultura classica greca e nel giudaismo come nelle filosofie taoiste, zen e nella spiritualità indù, nel tentativo di creare uno strumento poetico per una possibile coscienza planetaria nella quale acquistano valore non solo le problematiche civili che affliggono l’umanità, ma anche il contesto naturale nel quale l’essere umano trova il sostegno alla propria vita. Si tratta di un’ecologia poetica che rende questa poesia ancora più affascinate e possibilmente diretta al cuore del lettore: la precisione del granello di sabbia, la trasparenza dell’acqua, lo scorrere del fiume e del vento, la metafora della vita delle onde sulla battigia sono le quinte di una poesia in grado di inoltrarsi come un sentiero nel mistero inquieto dell’esistenza. (Luca Benassi)
Oorlog in Oekraïne
De amandelbomen staan hier in bloei
een verrukking voor het oog
dat van schoonheid houdt
weldra zullen ook citrusbloesems
hun verleidelijk parfum verspreiden
maar elders woedt de oorlog
ziet het oog verwoesting
en menselijk leed
daar bloeien geen bloesems
ze verstikken in de rook
van barbaars geweld.
Despoot
De nacht heeft de dageraad overvallen
en ontvreemdt van de vrede
het kostbare licht
De stilte verstomt
door schoten, kanongebulder
en huilende sirenes overstemd
Onberoerd door het leed
─ zelfs van zijn eigen volk
de heerszuchtige despoot.
Onverhoord
Haar armen gespreid
alsof ze de hemel omhelzen wil
smeekt de Afghaanse vrouw om voedsel
voor haar hongerend kind
maar haar smeekbeden
beroeren geen mens
en ook de hemel niet.
Het aards paradijs
Het aards paradijs
is niet verloren gegaan,
al die eeuwen
is het blijven bestaan,
maar niet voor iedereen.
Eenzaam afscheid
voor hen die, waar ook, eenzaam moeten sterven
Kil de kamer
de witte muren
Hoorbaar alleen
de echo van eenzaamheid
Geen teder woord meer
geen warme omhelzing
Alleen de tijd
een lekke kraan
die aftikt
En niemand die aanklopt
niemand die je verwacht
niemand, behalve de dood.
Tel me niet bij de amandelen
Mach mich bitter,
zähle mich zu den Mandeln
Paul Celan
Tel er mij niet bij
tel mij niet
bij wat te bitter
of te duister was.
Tel mij bij jouw amandelen niet.
Schenk mij
als de nacht te donker is
van de sterren het licht
en van de dageraad de hoop
de papaver van de droom.
Hoop
Reeds maanden geen regen
ze lijden
maar toch staan ze groen
want zonder hoop
kunnen ook zij niet leven
– de bomen.
*
Guerra in Ucraina
Qui gli alberi di mandorlo sono in fiore
una delizia per l’occhio
che ama la bellezza.
Presto i fiori di arancio
spargeranno la seduzione del loro profumo,
ma altrove infuria la guerra
la distruzione e l’umana sofferenza.
Nessun fiore laggiù—
soffocano nel fumo
della barbara violenza
DESPOTA
La notte ha assaltato l’alba
e rubato alla pace
la luce preziosa.
Muore il silenzio
annegato dai colpi delle armi,
i cannoni, l’ululato delle sirene.
Indifferente alla sofferenza
─ anche di quella del suo stesso popolo
il despota russo.
Senza risposta
Le sue braccia aperte
come se volesse abbracciare il cielo
la madre afgana mendica cibo
per il suo bambino che muore di fame.
Ma le sue preghiere
non raggiungono gli uomini
nè il cielo.
il giardino dell’eden
Il Paradiso sulla terra
non è andato perduto
per tutti questi secoli
ha continuato a esistere
ma non per tutti.
SOLITARIO ADDIO
Per coloro che, ovunque si trovino, devono morire soli
Fredda la stanza
le mura bianche
Udibile solo
l’eco della solitudine.
Nemmeno una parole di conforto
non un caldo abbraccio
Solo il tempo,
un rubinetto che perde,
il suo ticchettio.
Nessuno che bussi alla porta
nessuno da attendere,
nessuno, se non la morte.
non contarmi fra le mandorle
rendimi amaro,
mettimi con le mandorle
—Paul Celan
Non contarmi fra loro,
non contarmi
fra ciò che fu amaro
o troppo scuro.
Non contarmi fra le mandorle amare.
Donami,
quando la notte è troppo scura,
la luce delle stelle
e la speranza dell’alba,
il papavero dei sogni.
SPERANZA
Dopo molti mesi senza pioggia
soffrono
eppure sono ancora verdi
perché senza speranza
non possono vivere
─ gli alberi.
Poesie Germain Droogenbroodt
Traduzione: Luca Benassi
Germain Droogenbroodt è nato nel 1944 a Rollegem, in Belgio, ma dal 1987 vive e lavora ad Altea, un pittoresco e artistico paese che si affaccia sulla costa mediterranea della Spagna. È poeta, traduttore, editore e promotore di poesia moderna internazionale. Ha tradotto una trentina di libri di poesia tedesca, inglese, francese e castigliana, tra cui figurano opere di Bertold Brecht, Reiner Kunze, Peter Huchel, Miguel Hernández, José Ángel Valente, Francisco Brines, Juan Gil-Albert, e ha realizzato adattamenti di poesia cinese e coreana. La casa editrice POINT (POesía INTernational), da lui fondata, ha pubblicato più di ottanta libri di poesia. Insieme ai poeti cinesi Bei Dao e Duo Duo ha fondato il movimento di poesia, il neosensazionismo. Ha organizzato il festival internazionale di poesia La Costa Poética e organizza Las Noches Poético-Musicales de Ithaca. È vice presidente della Academia Mihai Eminescu e co-fondatore del Japan Universal Poets Association. È stato consulente letterario del Encuentro de Poetas del Arco Mediterráneo e segretario del Congreso Mundial de Literatura.
Le sue poesie sono state tradotte pubblicate in oltre 28 paesi e il poeta è invitato frequentemente a reading e conferenze in molti paesi tra cui Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Egitto, Romania e poi Corea, Cina, Taiwan, Nepal, Giappone, Messico. È il fondatore e il curatore del progetto Poem of the Week, che si propone di diffondere settimanalmente attraverso email, social network, internet e riviste di letteratura la migliore poesia contemporanea da tutto il mondo, tradotta in oltre 28 lingue e dialetti dei cinque continenti.
Germain Drooogenbroodt ha pubblicato oltre 12 libri di poesia. In Italia si ricordano Conosci il tuo Paese? Meditazioni sul lago di Como (Archivi del ‘900 2001, tradotto da Donatella Bisutti e recentemente ripubblicato da POINT nel 2014), Sorge il Cantore (i quaderni della valle 2002 traduzione di Emilio Coco), Il Cammino (i quaderni della valle 2002, traduzione di Luca Benassi), Controluce (puntoacapo 2004, traduzione di Tiziana Orrù) e insieme in un’unica edizione Nella corrente del tempo e L’effimero fiore del tempo (Raffaelli 2017, traduzione di Emilio Coco).
Numerosissimi i premi di poesia, fra i quali si annoverano il Dottorato honoris causa in letteratura conferito in Egitto per i suoi meriti come poeta, traduttore, ed editore di poesia internazionale e, in Italia, il Premio Speciale della Giuria per la sua opera di diffusione di una cultura poetica di pace a livello internazionale, alla IX Edizione del Premio di Poesia Don Luigi Di Liegro.
Luca Benassi è nato a Roma nel 1976 dove vive e lavora. Ha pubblicato sei raccolte di poesia, l’ultima delle quali istruzioni per la luce è uscita per Passigli nel 2021. Ha pubblicato antologie poetiche in giapponese (insieme alla poetessa Maki Strfield, edizione e-book, 2016), spagnolo (2018), macedone (edizione bilingue, 2019) e serbo (2019). Ha tradotto De Weg del poeta fiammingo Germain Droogenbroodt (Il Cammino, 2002). Nel 2010 ha dato alle stampe la raccolta di saggi critici Rivi strozzati poeti italiani negli anni duemila. Ha curato le opere antologiche complessive di Cristina Annino (Magnificat. Poesia 1969 – 2009, 2009), Achille Serrao (Percorsi nella poesia di Achille Serrao, 2013) e Dante Maffìa (La casa dei Falconi, poesia 1974-2014, 2014).