PREMIO BOLOGNA IN LETTERE
VIII edizione 2022
SEZIONE B
(Opere inedite)
Premio speciale del presidente delle giurie
a
Federica Corpina
per l’opera
Egersis.
La raccolta di Federica Corpina appartiene alla stirpe degli scritti di formazione in versi, nei quali la crescita dell’individuo risulta impervia e dolorosa, e si attua attraverso l’incontro-scontro con l’alterità.
In questo caso il dialogo si esplica dapprima nel regime dell’amore passionale e in seguito nel distacco inaspettato e non voluto. Se inizialmente quindi l’eros aveva impresso un moto in avanti permettendo così con un balzo di superare le tappe di crescita, in un secondo momento la negazione dell’ eros arresta ogni movimento e anzi diviene altamente nocivo (“agonizza | il desiderio deluso”). Inoltre, la verità si presenta radicalmente differente da ciò che era parsa, rivelando così come essa non sia ben definibile e anzi sia sempre pronta a scivolare nella bugia, nel fittizio e nell’inganno (“[…] il peso poco netto | di parole non risposte”; “ed è buio se mi fido”; “non sei mai tu”; “verità puttane”; “se non credo | tutto è bugia”).
Canonicamente il rapporto amoroso è rappresentato dal Du Stil, ovvero dall’uso frequente della seconda persona singolare che evoca il destinario al quale ci si rivolge e che in questo caso si è allontanato. Spesso il tu è al tempo stesso amante e carnefice mentre il lettore osserva e spia l’evolversi del loro rapporto, assumendo i connotati dello spettatore-voyeur al quale pertiene anche la possibilità di formulare un giudizio sulle vicende.
L’altro da sé attrae pericolosamente e delinea un rapporto amoroso segnato da contrapposizioni e ossimori (“un fastidio piacevole”; “distanza mi soffoca”; “a turno | vigore e morte | giocano a sopravvivere”), oltre che da una distanza anagrafica e formativa che sembra essere, almeno inizialmente, ricercata dalla voce poetica (“tu adulto | crescimi”) ma che poi presto lascia il posto a delusioni varie e a un senso di vuoto e finzione (“agonizza | il desiderio deluso”; “[…] ingannano | chi vuole credere”; “rimetto | sulle montagne russe | della tua ambiguità”; “e senza meritartelo io torno | a seppellire le carcasse delle tue menzogne”).
Ciò che mi sembra notevole in questa raccolta è la capacità da parte di Federica Corpina di creare all’ occorrenza una trama fonica martellante come nel testo seguente nel quale il suono “r” sembra simbolicamente caricarsi di un senso di rivolta, disprezzo e amara delusione.
repressa
la rivolta dell’orgoglio
recido ogni ribelle
criniera sciupata
più saliva che lacrime
ancora tra detestabili crepe
non sai tenermi (insieme)
dove fuggi
piangerò solo
al funerale delle mie speranze (e)
ci sarai anche tu
O ancora più quando il lamento dell’abbandonata si trasforma in ironia al tempo caustica e giocosa:
se bolle
felicità mi scotto
lavami il cuore
o pensa al resto
ti tengo finché
non scivoli
non (usare) troppo sapone
Ritengo quindi che è possibile rintracciare in queste due tendenze le auspicabili direzioni di crescita dell’autrice. Infatti, se Federica Corpina coltiverà l’attenzione ai suoni delle parole e alla trama che essi costituiscono articolandosi tra loro in senso fonosimbolico e se avrà il coraggio di approfondire e articolare la sua ironia, il lettore potrà senza dubbio beneficiarne e il critico avere testi di sicuro interesse sui quali riflettere. ( Giusi Montali )
Federica. Federica Margherita ad essere precisi: il secondo è della nonna. A un anno da un quarto di secolo, mi ritrovo ancora una volta a considerare la mia incapacità ad operare selezioni. Perciò, dirò soltanto di una triennale in Lettere Classiche, di un master in Sceneggiatura e Produzione, e di un’inesauribile, per quanto a volte facilmente scoraggiabile, passione per la scrittura. Versi e prosa, prosa e versi: a seconda di come sto, e di quello che voglio dire. O meno.