PREMIO BOLOGNA IN LETTERE
VIII edizione 2022
SEZIONE A
(Opere edite)
La giuria formata da
Daniele Barbieri, Enzo Campi, Sonia Caporossi,
Laura Liberale, Marilena Renda, Enea Roversi
conferisce una segnalazione di merito a
Silvia Comoglio,
per l’opera
Afasia (Anterem Edizioni)
Archeologia della poesia: lo scavo di Silvia Comoglio nel profondo della scrittura.
Della scrittura di Silvia Comoglio c’è una cosa, in particolare, che mi ha sempre colpito ed è il suo scavare all’interno della parola, in profondità, quasi a cercare l’origine della grafia e del linguaggio, il significato primario e originale del segno.
Non so se, nelle intenzioni dell’autrice, abbia lo stesso senso che Seamus Heaney rimarcò nel suo celebre componimento Digging (Scavando), i cui versi finali recitano Tra il mio indice e pollice / sta salda la penna / Scaverò con quella. Comunque sia, a prescindere o meno da Heaney, sono fermamente convinto che qui siamo di fronte a un lavoro di archeologia della poesia oppure, volendo modificare leggermente, archeologia nella poesia, una vera e propria operazione di scavo nel profondo della scrittura.
È una ricerca che Comoglio porta avanti da anni, con tenacia e discrezione: figura appartata, ma al tempo stesso originale e autorevole, della poesia italiana contemporanea.
E penso per esempio a testi quali Il vogatore, Via Crucis, scacciamosche oppure le Piccole variazioni scritte per The Small Outside di Gian Paolo Guerini, solo per citarne alcuni.
I suoi versi sono caratterizzati da spaziature, linee, puntini di sospensione, parole indicate in corsivo e altre troncate, scomposizioni e ricomposizioni: segni e segnali a marcare il proprio percorso poetico.
Ne è testimonianza anche l’ultima sua opera: Afasia, uscita nel 2021 per Anterem Edizioni nella collana Nuova Limina diretta da Ranieri Teti.
Il libro è suddiviso in quattro sezioni: Afasia, Antimondo, Chiaroveggenza e Luminescenza.
È un testo in cui l’autrice parla di amore, di passione (non a caso bacio è una delle parole più usate), di mondi (e di antimondi), di terre (altra parola assai usata, anche nella sua variabile al singolare), sempre con quel suo stile personale fatto di impronte marcate e rarefazioni, in cui si alternano immagini nitide ad altre sfumate.
Uno dei primi versi di Afasia recita ... pure se tu fossi nudo bacio nudo, / terra di cigno iridescente … e sono ampiamente rappresentativi della poetica di Comoglio.
Ci sono almeno due elementi importanti: il bacio e la terra, vale a dire il momento in cui si sublima la passione e il luogo nel quale la stessa si manifesta. Qui lo spazio è circoscritto, come il tempo del resto e infine c’è quell’iridescenza, che fa apparire sulla pagina, ad illuminarla, i colori cangianti della rifrazione.
Più avanti leggiamo È dimora che sprofonda dentro il mio respiro / questa lunga ninna che agita la lingua e poi ancora il gelso che venne dall’abisso, fluttuando, come oro, / portato, per fame, al cro-cevia — e assistiamo pure qui alla ricerca linguistica di Comoglio che si fa gioco sfrontato, immersione in apnea all’interno del segno e non è un caso veder apparire la parola abisso.
Scrive Elio Grasso nella sua postfazione: «Gli strumenti delicati di questo libro hanno un candore sorprendente a cui non manca una certa sottile e arguta malizia, una solitaria libertà di stratagemmi. Novità e conquista si sperimentano a ogni pagina, impedimenti e salti del tempo non sono un controcanto ma il non convenzionale sistema idiomatico che prende forza tramite la vicinanza alle civiltà remote, quelle che – è presumibile – attestavano più allora di ora la sostanza vitale, corporea, degli umani.»
Novità e conquista si sperimentano a ogni pagina, dice Grasso ed è vero, perché man mano che si prosegue nella lettura di questo libro, a ogni pagina ci si trova di fronte a qualcosa di inaspettato, a variazioni e sperimentazioni sul linguaggio, ma, attenzione: non siamo di fronte a uno sperimentalismo velleitario e fine a sé stesso, ma assistiamo invece, come testimoni in diretta di un work in progress letterario, all’evolversi della ricerca di Silvia Comoglio, a quel lavoro di scavo di cui si parlava all’inizio.
Ed ecco quindi per esempio, nella sezione intitolata Antimondo, questo piccolo gioiello che risplende di lucentezza selvaggia e al tempo stesso raffinata; l’antimondo! è il solo punto /
in cui l’alba si sorride : il forte / bacio di chi bacia noi che siamo / tutti – i paradisi!
Oppure, nella sezione Chiaroveggenza questa quartina che evoca mondi forse ancora inesplorati: Vacillarvi sul fondo della terra, a giusto / solo peso di un mondo senza mondo, / come se orma cresciuta inconcepita, / al limite di sponde nude di stupore — .
E, per finire, dall’ultima sezione intitolata Luminescenza, questi versi di bianca drammaticità: taci, e non guardarmi / mentre scendo – sulla strada : è nella casa, / tutta bianca!, che di torba scende a iato / quel regno degli avanzi nudi di — / memoria.
Luoghi e spazi senza limiti e limiti da oltrepassare, la bianca nudità che è anche la nudità di chi scrive al cospetto della pagina da riempire, ma pure la nudità della stessa scrittura, della grafia che macchia il foglio, del linguaggio che si cerca e non sempre si trova.
Una scrittura che affascina e coinvolge, quella di Silvia Comoglio: è una messa in scena rigorosa e come tale rifiuta il coup de théâtre che richiama il facile applauso, è un’esplorazione lenta, meticolosa e continua, sulla parola e sul senso che la parola, di volta in volta, acquista durante il proprio percorso, è, per finire, archeologia della poesia dai cui scavi si scoprono sempre nuovi tesori. (Enea Roversi)
Silvia Comoglio (1969) è laureata in filosofia e ha pubblicato le sillogi Ervinca (LietoColle Editore, 2005), Canti onirici (L’arcolaio, 2009), Bubo bubo (L’arcolaio, 2010), Silhouette (Anterem Edizioni, 2013), Via Crucis (puntoacapo Editrice, 2014), Il vogatore (Anterem Edizioni, 2015 – Premio Lorenzo Montano – XXIX Edizione – Sezione raccolta inedita), scacciamosche (nugae) (puntoacapo Editrice, 2017), sottile, a microchiarore! (Edizioni Joker, 2018), Afasia (Anterem Edizioni, 2021).
Fa parte del Comitato di Lettura di Anterem Edizioni e della Giuria del Premio di Poesia e Prosa Lorenzo Montano.