PREMIO BOLOGNA IN LETTERE
VIII edizione 2022
SEZIONE B
(Raccolte inedite)
La giuria formata da
Alessandro Canzian, Clery Celeste, Giusi Drago
Daniele Poletti, Patrizia Sardisco
conferisce una segnalazione di merito a
Rosanna Gambarara
per l’opera
El ciel t’una piscolla
Negli anni Sessanta in Italia il dialetto era ancora la lingua quotidiana, il cui sapore conteneva come un cibo fermentato i sedimenti della storia linguistica del luogo, ma che veniva anche a patti con le trasformazioni del presente. Lingua depositaria del passato, era anche lingua della memoria e degli affetti familiari, occorreva allontanarsi e dimenticarla, spingersi in territori altri. Con movimento culturale inverso, negli ultimi decenni si è avuta una vera e propria ripresa della poesia dialettale, con la precisa volontà di riscoprire e mapparne l’esistenza in ciascuna regione, e in massima parte nelle Marche, che custodiscono un patrimonio di poeti e poete che usano alternativamente lingua e dialetto, da Franco Scataglini a Maria Lenti, a Germana Duca.
Mette a fuoco altri sguardi Rosanna Gambarara, con i testi che qui si presentano, in dialetto urbinate, della raccolta El ciel t’una piscolla (Il cielo in una pozzanghera), invitandoci a una riflessione sul tempo e la vita, che vuole essere insieme esistenziale e ironica, curiosa dei margini e delle zone d’ombra. Una lingua, la sua, che vive di rapide immagini, improvvise come folgorazioni e sequenze meditanti, che partono sempre dall’osservazione del reale e ne esaltano l’aspetto epifanico ed esperienziale.
Strutturata in due parti, Mars 2020 (Marzo 2020) e Petta ‘l paravent (Dietro il paravento), la raccolta si compone di oltre 40 sonetti che dimostrano una grande sorveglianza formale e una volontà di circoscrivere in modo strutturalmente definito la materia magmatica del racconto. Sorvegliati e precisi, sono composti in un dialetto sonoro e graffiante, per nulla indulgente, dalle sonorità ruvide e da immagini veloci. In Na mulicca d’speranza (Un pochino di speranza), all’intensità dell’angoscia conseguente l’evento pandemico si oppone l’apparire rapido di una figura femminile, forse quella della madre, che passa leggera con la gonna a fiori e le buccole d’oro alle orecchie: (Me pasavi vicin fugac legera,/ t’brilavne ma i orecchj le buccol d’or).
Così in Analessi quello che è riportato alla memoria è il tempo dell’infanzia, “arfoiè com un quaderne”, sfogliato come un quaderno, che restituisce suoni, colori, odori e sensazioni tattili (el gel ma i pied le nuvole del fiat…dentra l’odor d’incens e de candel), quello che Gambarara interroga per avere risposte e abbracci finalmente ritrovati (Mentre me perdarò dentra el tu abracc’/ potrò armurì perché t’avrò artrovat).
Maturità stilistica e attenzione alla lingua materna rendono l’avvicinarsi a questa raccolta un vero itinerario di conoscenza dentro la poetica di un’autrice tutta da scoprire. ( Loredana Magazzeni)
Rosanna Gambarara è nata a Urbino. A Urbino ha studiato, si è laureata in lettere classiche ed ha insegnato qualche anno, prima di trasferirsi a Roma, dove attualmente vive e dove ha continuato ad insegnare. A seconda dei momenti e delle esigenze espressive scrive poesie in lingua o nel dialetto di Urbino. Ha vinto premi o si è classificata tra i finalisti e in posizioni di merito in concorsi di poesia in lingua e in dialetto (premio Rodolfo Mazzola, Premio Renzo De Scrilli, Premio nazionale Ischitella, Premio Zirè d’oro, Premio Poesia Onesta, Premio Versante Ripido), Premio Fara excelsior, Premio Gozzano, Premio Di Liegro, Premio Bologna in Lettere, Premio Arcipelago Itaca, Premio Giorgi. Sue poesie compaiono su cataloghi d’arte, riviste cartacee e on line ( Poetarum Silva,Versante Ripido, Carte Sensibili) è presente su «Navigare» n. 9, Pagine 2016; nell’antologia Poeti neodialettali marchigiani, Versante 2018; in Marche, omaggio in versi, Bertoni 2018; in Il soffio delle parole, Versante 2018; in Il coraggio di scrivere, Versante 2020; in Novanta9, IAED 2018, 2019, 2022. Ha pubblicato Hysteron proteron, Pagine 2016; Dedlà, Bertoni 2019.