Giusi Drago
Giusi Drago, già vincitrice del Premio Bologna in Lettere nel 2020, nella sezione Poesia edita, con il libro Correggere le diottrie, edito da Oèdipus, ci presenta oggi alcuni testi da una raccolta inedita, un progetto al quale sta ancora lavorando, dal titolo Serie nera e verde – animale e vegetale. Sono testi complessi: la complessità (nel senso positivo, il migliore possibile, che questo termine possa significare) è del resto elemento centrale della scrittura di Giusi Drago.
Da dove iniziare? Inizio da un testo universitario, edito da Moretti & Vitali nel 2016, un libro ponderoso, già dal titolo: Jung e Pauli. Il carteggio originale: l’incontro tra psiche e materia. È la traduzione italiana dell’ottantina di lettere che lo psicoanalista Carl Alfred Meier, è riuscito a reperire tra quelle scambiate, nel periodo che va dal 1932 al 1957, fra Wolfgang Pauli, uno dei padri fondatori della fisica quantistica e Carl Gustav Jung, fondatore della psicologia analitica: entrambi possono essere definiti personaggi di rottura nei propri campi d’azione.
La traduzione dal tedesco di questo libro fu curata proprio da Giusi Drago, la quale ripropone, nei versi di Serie nera e verde, un dialogo tra Jung e Pauli: si tratta di una discussione vivace, nel corso della quale i due grandi scienziati discettano di natura, di animali, di sogni, di condizione umana, in un dialogo tra psiche e materia che attraversa e lambisce vari campi dello scibile umano come la filosofia, la teologia, la fisica e la psicologia e che, come nel carteggio originale, fa trovare punti d’incontro tra i due, pur partendo da mondi in apparenza lontanissimi.
Dice Jung: secondo i miei sogni, li assecondo, questi grandi animali/ elefanti, tori, cammelli, cavalli si stanno aprendo un varco / attraverso la foresta e non vogliono essere disturbati e Pauli gli risponde non mi sorprende che uno psicologo sogni / mitologicamente, in un atto di passiva attesa.
Sono davvero molteplici i riferimenti e gli spunti che la scrittura di Drago suggerisce al lettore: per esempio si potrebbero analizzare il verde e il nero secondo il test dei colori di Luscher, secondo il quale il colore verde rappresenta la fermezza, la resistenza ai cambiamenti, la costanza nei punti di vista, mentre il nero rappresenta la fine, la negazione del colore e in questo senso può rappresentare la morte, la perdita.
Ecco che cosa ci dicono i versi di Drago: piuttosto una perdita quel che ci tiene / di memoria una nuova lebbra il nero e poi verde poco narrativo rispetto al nero oppure per coprire lo spreco / che noi sempre facciamo / del verde in nero.
Ma nella Serie nera e verde troviamo anche il contrasto tra rosso e nero (il nero e il rosso del fuoco nelle grotte) e tra bianco e nero (molti si ammalano / poi mettono nero su bianco il proprio male).
Un lavoro, questo di Giusi Drago, che è racconto sulla natura, che ci parla del regno animale e di quello vegetale, ma che sottintende anche un velato (non molto velato, a dire il vero) atto d’accusa verso il genere umano, atteso da scenari apocalittici che un tempo appartenevano alla fantascienza, ma che ora appaiono quanto mai probabili.
La paura è quindi un altro elemento dei versi di Drago, insieme alla natura di cui si è già accennato: una raccolta poetica che potrebbe essere una favola moderna, in cui non solo i colori si mescolano e si amalgamano tra loro, ma anche realtà e sogno si intrecciano, per mostrarci senza veli il presente che viviamo e ammonirci sul futuro che ci attende. (Enea Roversi)