Premio Bologna in Lettere 2023
Sezione C (Poesie singole inedite)
Nota di lettura su Marco Mittica
Il pozzo di Crizia
Le poesie di Mittica si svolgono in un particolare equilibrio: le citazioni, ora colte ma straniate ora estratte dalla quotidianità, vengono dipanate in una giostra di sillabe orchestrata su ritmi spezzati, a tratti allusivi dell’andamento della cantilena (con il doppio settenario gozzaniano alternato a un decasillabo) in cui il riecheggiarsi di suoni, come nell’eco più che nella rima, amplifica l’effetto di disorientamento. Viene spesso evocato il passato, la classicità, come figura apparentemente riconoscibile e solida, ma in realtà esso si disintegra in questo gioco di rifrazioni che dissolve filosofie, maestri, ascendenze e non offre più appiglio: si rivela un incubo che finisce per smarrirci ancora di più, persino sulla linea di una metropolitana, oppure diventa la profezia del «il ripetersi di una catastrofe».
Ma in fondo la catastrofe non c’è, e non ha luogo neanche un eterno ritorno: piuttosto, ci viene esibito il ripetersi in farsa della storia, o il suo raccontarsi ex novo, ma sull’orlo della dissoluzione del senso, per effetto di un sarcasmo tagliente. Non è cinismo o nichilismo quello messo in atto in questi versi; piuttosto l’autore assume il sorriso del filosofo antico o del poeta dell’assurdo: cioè di chi sa che il nostro disorientamento è tutto quel che siamo e che sappiamo. (Vincenzo Bagnoli)