Premio Bologna in Lettere 2023
Sezione B ( Raccolte inedite)
Nota critica su Morena Coppola
La circoncisione degli aghi
In una nota critica consona per brevità alla sede di una premiazione letteraria è impossibile dare conto della densità di un lavoro come quello di Morena Coppola.
La cicrconcisione degli aghi, come altre raccolte dell’autrice, è un progetto architettonico di un eclettismo che richiama il Tomaso Buzzi più radicale e ispirato, quello della Scarzuola: luogo iniziatico, teatro a cielo aperto, percorribile secondo le prospettive della città ideale, dove sincretismi, simbologie, estasi e panglottismo (non a caso non parlo di panglossismo) convivono in una coacervazione temibile e coraggiosa a un tempo.
Rimandando dunque ad altra sede la disamina del testo nelle sue strutture più profonde, ci si accontenti di una impressione di lettura che possa servire da viatico, se non da monito per alcuni, che prende prima di tutto le mosse da una suggestione ricavata a prestito da Kristeva.
La scrittura di Coppola può a buon diritto essere perimetrata (per quanto ipervettoriale) come scrittura dell’abiezione.
Scrive Kristeva: «C’è nell’abiezione una di quelle violente e oscure rivolte dell’essere contro ciò che lo minaccia e che gli pare venga da un fuori o un dentro esorbitante, gettato a lato del possibile, del tollerabile, del pensabile. Vicinissimo ma inassimilabile».
Naturalmente l’evocazione dell’abietto parte dal punto di vista della lettura, ovvero dal punto di vista più diffuso oggi – ma non raro in passato – e cioè il rigetto di quelle scritture la cui complessità passa senza soluzione di continuità attraverso avvicendamenti di incandescenze, non prevedendo dettati responsivi e accomodanti, come nella stragrande maggioranza della cosiddetta poesia odierna. L’abiezione dal cotè autoriale è invece più vicina a una pratica ascetica che fa della scrittura un contemptus mundi. Si badi bene però che il “dispregio” di Coppola non ha niente a che vedere con il livore di chi si scaglia suicida contro un male simbolizzato, è più una necessità, un contegno inaggirabile: la scrittura diverge punto e basta! Mantenendo così (nel caso di Coppola si parla di una modalità, ma ce ne sono molte altre) quella funzione intensificatoria che l’arte e la scrittura dovrebbero avere verso il reale.
Nella composizione pirotecnica delle pagine de La cicrconcisione…, probabilmente metatesto di poetica compositiva (ne è spia il verso Aghi ||| / Cuci logos per tramandate scritture), dove le immagini, catturate e riabilitate secondo la legge della contraffazione, si interpolano con diegesi testuali afferenti ai più disparati ambiti, con evocazioni di formule, ieratismi, quotidianità e sferzate di ironia e a volte comicità, che denunciano continuamente l’autodeterminazione e la finzionalità compositive, la cornice dei significati spinge verso i margini per esplodere in una installazione diffusa e palinsesta.
Bisogna essere disposti ad entrare nel parco e salire sul “Blue Tornado” invece del “Brucomela”, con tutto ciò che questo comporta. La difesa del lettore secondo i diritti della tabula della comprensibilità deve cessare, in favore dei doveri di un lettore emancipato che per “disposizione” non intende emotività, ma sommovimento. (Daniele Poletti)