Bartolomeo Bellanova vs Elisa Longo

Bologna in Lettere 2024

Le note introduttive

Bartolomeo Bellanova vs Elisa Longo

 

SANASANA di Elisa Longo (Ed. Tra le righe libri 2024)

 

Elisa Longo, classe 1990, scrittrice e storica dell’arte, si laurea presso l’Università della Calabria. La sua biografia si può trovare in rete; dirò solo che dal 2023 è direttrice del MABOS – Museo d’arte del bosco della Sila, un progetto che punta alla valorizzazione della montagna attraverso l’arte contemporanea nelle sue più svariate forme.  

Sanasana edito da Tralerighe Libri per la collana I masnadieri a dicembre 2023, è la sua seconda raccolta poetica, frutto di un attento lavoro sulla parola e su sé stessa. È risultata all’undicesima posizione nella classifica di qualità L’Indiscreto di febbraio 2024 ed è stata proposta al Premio Strega Poesia 2024. Elisa utilizza un linguaggio essenziale, ricco di accostamenti tra termini che appartengono a sfere semantiche diverse e di immagini originali e immediate, che provocano nel lettore uno spiazzamento e una torsione di significati rispetto al senso comune, grazie ad uno sguardo lucido, a tratti feroce, sulla vita e sugli affetti, che poco cede alla liricità facile del poeticamente corretto. I suoi versi spesso hanno l’intrinseca consapevolezza di scomodare il lettore, sono pietre d’inciampo che si devono superare prima di riprendere la lettura, ma sanno essere coerenti fino in fondo con la sua visione del mondo.  

Sono una donna / dagli stipiti scollati, scrive di sé Elisa. Tutto quello che avrebbe voluto era una bambina / che fosse per conto mio / la sublimazione / dell’innocenza, ma gli uomini che mi hanno avuto hanno toccato i miei interni / deturpandone il disegno / originario.” La poetessa ha esaurito tutta la pazienza / di madonna ammaestrata nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta, e ora si mette nelle mani degli altri sanasana, che in dialetto lametino, è più o meno traducibile con tutt’intera, dura, spigolosa, come scrive nel testo che chiude la raccolta e le dà il titolo.

La raccolta si compone di sei sezioni. Le prime quattro raggruppano testi dove ricorrono immagini di case, stanze, oggetti e luoghi del proprio vissuto. Sono per lo più testimonianze di assenze o di passate presenze all’interno delle quali si dispiega la geografia corporea ed emotiva dell’autrice, i propri amori e gli affetti più cari. Poco sopravvive al massacro del tempo, che svuota da dentro, fragilizza ogni cosa. Ci sono tra le case arroccate / le impronte del dolo / sui sassi, c’è la vita che si rannicchia / sulle stuoie.

Non uno sguardo di commiserazione o remissivo, ma una forte rivendicazione della propria indipendenza di donna perché pure informe e dolente … / l’uomo che mi spegne / non è ancora nato.

Nelle due ultime sezioni la poetessa scava con la propria parola ancora più profondamente in sé stessa, nella disillusione di un amore potente e forte dove la mia fame / non lascia indietro nulla, anche i resti sputati / dagli altri / anche il male che puoi farmi.   Tutto questo surplus di amore inutilizzato si manifesta in una domanda che, in conclusione, la poetessa si e ci rivolge, in un testo amaro e ironico: come si smaltisce / tutto l’amore che non usiamo, / si getta nell’umido, tra gli avanzi / di pasta […] non farebbe così male se potesse / decomporsi, fare i vermi / se riuscisse a liberarsi dalla forma, / evitare di inquinare. (Bartolomeo Bellanova)