Enea Roversi vs Chiara Serani

Bologna in Lettere 2024

Colpi di voce

Le note introduttive

Enea Roversi vs Chiara Serani

 

Nel 2022, con la raccolta Dialoghi con la sedia. Azioni a più voci Chiara Serani vinse il Premio Lorenzo Montano nella storica sezione dedicata alle raccolte inedite: un testo per nulla facile e immediato, ma proprio per questo ancora più affascinante da leggere.

A Bologna in Lettere Chiara presenta una serie di testi inediti: sono sette testi brevi, in forma di prosa, dove l’ironia la fa da padrona, trasformandosi spesse in volte in sarcasmo e pure in cinismo, che in poesia è sempre come assaporare una boccata d’aria buona.

Già dai titoli s’intuisce il registro che Serani adopera nello scrivere: Cattocomunismo, Sputiamo su Hegel, Ferragosto italiano, Barbie, Orientalismo, Alcyone, Love Story.

L’autrice mette sul tavolo le proprie carte e immediatamente le spariglia: al centro delle microstorie raccontate c’è una bambina, che potremmo definire l’io narrante, che racconta le proprie avventure, che di volta in volta diventano disavventure, ma pure traumi.

I piccoli luoghi in cui si svolgono le azioni sono la Casa del Popolo, la spiaggia, la pensione Miramare, il cinema in cui si proietta un film di Bruce Lee, la Pineta di Marina di Pisa.

Qui si muove un universo rumoroso di bambini, innocenti e perfidi al tempo stesso, affamati e curiosi del mondo dei grandi: Katiuscia piange mentre gli altri bambini le cantano la filastrocca nella quale il suo nome fa rima con piscia, la bambina che racconta piange invece quando vede per la prima volta un uomo africano e pensa che sia l’Omo Nero e si arrabbia poi disperatamente la volta in cui i bambini maschi le rubano le Barbie da lei accuratamente agghindate per deturparle con sadiche mutilazioni.

È come se Cappuccetto Rosso incontrasse Samara Morgan o come se Heidi cantasse la propria mielosa canzoncina con la voce di Regan MacNeil quando è posseduta.

Il dualismo tra bene e male, tra innocenza e cattiveria appaiono e spariscono per poi riapparire, in un gioco degli specchi che altera senza soluzione di continuità gli scenari e i volti dei protagonisti che in questi scenari si muovono.

Assistiamo così alla delusione per la calza della Befana che non contiene dobloni d’oro, ai bambini che rivisitano il vecchio gioco guardie e ladri chiamandosi Ricchi e Poveri, ma ispirandosi ai poteri di Capitan Harlock, alla mamma che, stanca dei capricci della propria bambina, minaccia di non farle mangiare il vitel tonné, alla Barbie che lacrima sangue rosso pomodoro come una Madonnina qualsiasi, alla stessa bambina che poi imita l’urlo di Chen (quello che terrorizzava l’Occidente), al gigantesco e peloso Valdemaro che carica la sua ganza sulla lambretta per portarla in camporella e infine a Katiuscia (sempre lei, quella che piangeva per la piscia) che si innamora, ma non viene corrisposta.

Leggendo questi testi assistiamo a un turbine di trovate, a una scrittura ricca di elementi e di rimandi, di variazioni di tono e di linguaggio.

Se il rosso del sangue è uguale a quello del ketchup, se dai tagli di una ferita fioriscono le mille bolle blu nel blu dipinto di blu, se dalla canottiera a coste di un omone peloso spunta una stretta cintura di fibromi penduli e se una bambina innamorata viene respinta perché sembra uno scorfano ma con i baffi di un pesce gatto ecco che siamo all’interno della scrittura di Chiara Serani, nel suo personale luna park di sentimenti e delusioni e magari non siamo tanto lontani da scrittori come Wilcock, per dirne uno.

In sostanza, testi sorprendenti che, a mio personale parere, confermano Chiara Serani come una delle voci più originali, intriganti e talentuose della propria generazione. (Enea Roversi)