Premio Bologna in Lettere 2024
Sezione C – Poesie singole inedite
Poesie garbate, quelle di Chiara Simone, dove un linguaggio controllato e composto dà espressione a un delicato fiorire di immagini surrealiste, il cui montaggio in gradazione ascendente, ma sempre senza accensioni repentine, raggiunge comunque momenti di particolare intensità. La cadenza aforismatica, il flusso paratattico e l’assemblaggio di sensazioni percettive, vagamente allusivi dell’haiku (e di altre composizioni orientali), ma anche del tardo simbolismo europeo e dell’ermetismo, donano a questi versi una particolare grazia pittorica, che non si esaurisce però mai nell’autocompiacimento dell’immagine. Ogni tratto, ogni immagine diventa un ideogramma, un simbolo, sull’arco di una curva che sale ordinatamente, disciplinatamente: allegorie senza concettosità barocche, nell’accortezza della nomenclatura invitano a una pacatezza della comprensione dell’animo, anche delle sue componenti più turbolente e disconnesse. E questo sovrapporsi, fino a coincidere, di percezione e sentimento, non può che rimandare all’eleganza di una pratica di meditazione o di respirazione, o all’emozione dell’esercizio yoga o del taijiquan. Proprio in composizione come queste si sente la vicinanza della poesia alla sfera cognitiva dell’essere umano, là dove ragione e sentimento non costituiscono più poli artatamente separati, ma dinamiche di un fluire che ne realizzano l’esistere stesso.