Premio Bologna in Lettere 2020
I premi speciali del presidente delle giurie
Gianpaolo G. Mastropasqua
Nota critica a Gianpaolo Mastropasqua, Ologramma in La minore
L’opera di Gianpaolo Mastropasqua di cui mi accingo a parlare si intitola Ologramma in La minore, con un evocativo sottotitolo: Accordatura orchestrale 432 Hz.
Com’è noto ai musicisti, l’accordatura con il La centrato sulla frequenza a 432 Hz si riferisce a una intonazione naturale, che si presume emani dalla vibrazione stessa dell’universo, in accordo con la quale l’essere umano si ricongiungerebbe con l’armonia del cosmo (il quale, com’è noto, è composto prevalentemente di materia e vibrazione, come già sapeva Platone nel Timeo in riferimento alla teoria della rotazione delle sfere celesti e dell’Harmonia Mundi che ne deriverebbe). Allo stesso modo, un ologramma altro non è che un pattern d’onda interferente che si ottiene tramite un laser coerente; le frange d’interferenza, creando un effetto di parallasse percettivo, danno l’illusione della tridimensionalità dell’oggetto.
Gianpaolo Mastropasqua, musicista e poeta, con questa opera cerca di gettare un ponteggio metasimbolico tra queste due istanze, quella vibrazionale/musicale e quella visuale/proiettiva, architettando un projectum poetico di grande complessità concettuale e figurale insieme, un pro-getto in senso quasi heideggeriano, in cui il senso interno del messaggio si estroflette non attraverso un’unica modalità espressivo-comunicativa, bensì una (la musica), due (l’arte visiva), tre (la geometria), quattro (la poesia). Per equilibrare le stratificazioni semantiche di questo politropico tracciato di significazione, Mastropasqua compone in questo libro una struttura di 12 canoni inversi (12 come i semitoni musicali) che si contrappongono specularmente a formare un intreccio sinestesico, composto dalla collaborazione di più sensi insieme. Si tratta, sulle prime, di un dialogo tra un tu e un io che rinviano l’istanza comunicativa nel continuum del circolo delle quinte, in una concatenazione a coblas capfinidas che non detiene solamente la sostanza immaginifica della forma romboidale, ma ricalca anche la medesima struttura ecoica dell’armonia dell’universo. La concertazione, in tal senso, comincia appunto in La minore: il romboide, figura iconica che ha i lati opposti paralleli e uguali a due a due e gli angoli uguali a due a due, due ottusi e due acuti, viene tenuto fermo come rappresentazione del dia-logos, imago della dualità della comunicazione, in un simbolismo anche visuale, se è vero che il bianco e il nero, come nello sviluppo di una pellicola fotografica a partire dal suo negativo, rimanda tale doppio-gioco in una perpetua oscillazione sensitiva, fino a che il romboide non si inarca su se stesso capovolgendosi, sezionandosi e contrapponendosi brano a brano, in una reduplicazione speculare, caleidoscopica, ovvero trasformandosi in una clessidra man mano che le coblas capfinidas si avvicendano attorcendosi intorno al proprio autonomico richiamo: ed ecco che tu ed io perdono di natura soggettiva e divengono dapprima, ma brevemente, locazioni oggettuali di un qui e di un lì; e subito dopo coestendono la natura stessa del canone musicale alla dimensione del poetico, nell’antica struttura di un partimen occitanico in cui il dilemma qui non si dipana, come tra i provenzali accadeva, in forma di domanda-risposta, bensì in un flusso ininterrotto di indeterminazione visual-sonora che squarcia il velo della realtà occhieggiando alla poesia visionaria di Rimbaud. Non è una tenzone, infatti, ma un gioco di scambi, un’arte della fuga inevasa, un ritorcimento escheriano intorno alla natura stessa della parola poetica indagata precipuamente nella sua porzione significante.
Questa dimensione formale non rimane fine a se stessa, bensì assume una coesione di senso e significato maggiormente comprensibile se pensiamo alle modalità associative attraverso cui la psicanalisi scandaglia lo strato ipocosciente della percezione. Il doppio-gioco musicale/visuale operato in Ologramma in La minore di Gianpaolo Mastropasqua è sempre anche un atto scientemente pro-jettivo, come si diceva; ovvero un tentativo di superare le barriere della coscienza. Il contenuto dilegua nella forma e muta stato fisico scorrendo nel flegma di una composizione mistica e densa, che si fa assoluto atto comunicativo, sincretismo delle arti, composizione totale. (Sonia Caporossi)
GIANPAOLO G. MASTROPASQUA (Bari, Novembre, 1979) Poeta, Medico Psichiatra e Maestro di Musica, ha vissuto a Santeramo in Colle sull’Alta Murgia, Brescia e Siviglia. Ha lavorato come dirigente medico in Psichiatria nel DSM – ASL Lecce, nel reparto psichiatrico ATSM del Carcere, attualmente lavora nel reparto urgenze psichiatriche SPDC dell’ospedale COVID di Galatina (Le). Vincitore di vari premi nazionali e internazionali per la poesia edita e inedita (Premio Istituto Italiano di Cultura “Nuove Lettere” per Opera Prima – Napoli, Premio Internazionale Alda Merini; Premio Internazionale Nabokov, Premio Donata Doni), è presente in rubriche, riviste specializzate, quotidiani, antologie e blog letterari italiani ed esteri, programmi radio-televisivi e filmati (Telesud) nonché nell’Atlante della Poesia Contemporanea “Ossigeno nascente” dell’Università di Bologna, in VIP (Voice of Italian Poetry) dell’Università di Torino e Ha ideato e curato eventi (Poeti per il cambiamento, LietoColle Sud Tour, Grand Tour Poetico, Freccia della Poesia, Artisti contro lo stigma psichiatrico e carcerario). Ha partecipato, tra gli altri, al Intercontinental YoungPoet Istanbul Festival, Sardam Alternative Literary Readings Festival di Cipro, al Festival Internacional de Poesia Benidorm y Costa Blanca e scelto durante l’Expo tra i poeti italiani per il “Bombardeo de Poemas sobre Milan” opera del collettivo cileno Casagrande. É membro e delegato del Liceo Poetico de Benidorm. É uno dei 7 poeti contemporanei italiani protagonisti del film-documentario della regista Donatella Baglivo “Il futuro in una poesía” presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, prodotto da Zeroconfini Onlus. Ha pubblicato con l’editore LietoColle Silenzio con variazioni (2005, prefazione di Michelangelo Zizzi), Andante dei frammenti perduti (2008), Partita per silenzio e orchestra (2015, prefazione di Michele Passalacqua), Danzas de Amor y Duende (Ed. Enkuadres, Valencia, edizione bilingue, 2016), Dansuri de Dragoste sin Duende (Ed. Anamarol, Bucarest, edizione bilingue 2017), Viaggio salvatico (Ed. Fallone, 2018, prefazione di Giuseppe Conte), Ologramma in La minore – Accordatura orchestrale 432 Hz (Ed. Caosfera, 2019, note di Tomaso Kemeny e Valentina Colonna, vincitore del Premio Artista dell’anno Art Now).Collabora con “Verbum Press” e con “Il Giornale letterario”. Nel 2021 Istanbul Arts, Culture and Tourism Associacion gli ha attribuito il Premio “The Light of Galata” conferito a 65 artisti di 19 paesi del mondo risultati “una luce scintillante del campo delle Arti” nel mondo.