SABATO 9 FEBBRAIO 2019
FACTORYBO Via Castiglione 26 ore 20.30
Vincenzo Bagnoli, Vito Bonito
Fabrizio Lombardo, Vittoriano Masciullo
Interventi critici Cecilia Bello Minciacchi, Stefano Semeraro
Un evento a cura di Enzo Campi
Qui dove si fonde principio e fine,
e tutto e parte, dove tutto forse
si mescola e confonde e poi rinasce
in parti uguali sparse tra i disegni,
tra libri, e giornali e copertine,
qui tutto si confonde, il racconto
si mescola al sonno sopra la testa,
si stempera il colore nell’intrico
di carta patinata e di parole,
di tutto lo spazio bianco e del vuoto;
anche il disegno, tra pagine e gabbie,
grafica e dorsi male allineati,
non rifiorisce, senza bellezza
resta la stanca rassegna illustrata
agli occhi indifferenti del bambino
che non legge quasi mai ciò che scritto
nel bianco E nel vuoto delle nuvole
poi entra Tristano e dice: ecco il giorno.
la gabbia si apre
le bambine ci parlano
in ginocchio
nel fuoco
lasciano andare
i sangui le unghie
le piume la pelle
-iddio ci sostiene
anima e ardore
ci conforta l’odore
la luce è perfetta
inizi il dolore-
vedi quell’insidia nell’asfalto
è il paradiso le sementi tenaci
lallazione filiale unico fiore
di parola sensata nell’eclissi trema
l’impalcatura ancora rabbrividisce
ma sei dopo l’anidride
vedi quell’onda
sei già più alto ora attento
sposta la ponderazione
a un altro giorno riposa
ora brillio in fondo
riposa
Lo avremmo chiamato dandy, flâneur,
e avremmo parlato di Benjamin, vent’anni fa/
seduti a questo tavolo. Ora anche per noi l’uomo
che ci passa accanto/ in questa pizzeria all’ora di pranzo
è solo un contorno sottile dai capelli arancione
un lungo cappotto nero e un ombrello giallo.
Un profilo a tempera disegnato da nostro figlio durante l’attesa.