Serenella Gatti Linares vs Nadia Chiaverini

Bologna in Lettere 2024

Colpi di voce

Le note introduttive

Serenella Gatti Linares vs Nadia Chiaverini

 

 

Poeta pisana, laureata in giurisprudenza, ha lavorato come direttrice amministrativa presso il Tribunale di Pisa. Nel frattempo è nata la passione per la Poesia. Si dedica alla promozione e alla diffusione della Poesia attraverso la presentazione di libri ed incontri letterari. E’ ideatrice della rassegna: “Poesia diffusa”, cicli di incontri su poete del ‘900 da non dimenticare, italiane e straniere. Suoi versi e interventi critici sono su blog, riviste e molte antologie. Partecipa attivamente a manifestazioni letterarie e a letture pubbliche, promuovendo incontri su tematiche sociali e sulla questione femminile, coniugando anche altre arti. Riconosce alla Poesia la capacità di rigenerare e di rigenerarsi nella nostra società complessa. Ha pubblicato otto libri di Poesia. Fa parte del gruppo teatrale “Le Sibille”, che ha portato in scena Sibilla Aleramo ed Elsa Morante. Nelle sue ultime poesie luce e buio si mescolano, con prevalenza della “luce soffusa”, della “scintilla”. E’ presente il conflitto con la madre, fra silenzio e rumore, fra “mancanza e paura” e le sue “mani ruvide”, da cui staccarsi con “mani vuote” e “brandelli di cuore”. Mi ha ricordato il rapporto con mia madre autoritaria. Qualcosa cade nel petto, come un calzino sfuggito di mano nel vuoto; poi ambedue si fermano, però l’impronta è stata perduta. Non resta che levare “il peso dal cuore”. E’ importante raccontare; sentire il corpo che parla di “strazio e bellezza”. Rimane la nostalgia dell’infanzia, con le sue caratteristiche di sorpresa, meraviglia, curiosità. Bisogna ricercare “l’origine del tempo/ la matrice sacra del dolore”, i nostri archetipi primitivi. La natura ci è di consolazione, e lo è anche la musica, fra il rosa e il nero, che confortano l’anima, insieme all’affettività per le persone care vicine; in particolare di tre generazioni: madre, figlia e nipote. I disastri ambientali ci preoccupano, il respiro e il morire sono lenti, per “un domani incerto”.  Fra ripetizioni, rime e metafore, la forma accompagna musicalmente i contenuti, che si muovono agevolmente fra i cinque sensi e i quattro elementi, insieme ad una leggera ironia. Poesia anche di realismo, di quotidianità, del “fare” delle donne. Ci sono parole che non diventano verso, che restano non definite, ma che ugualmente gravitano intorno alla poeta, e le permettono di continuare a porsi domande e dubbi. (Serenella Gatti Linares)